Poveri e indifesi

Ero a casa-ufficio, stavo lavorando con Honorè sul progetto che partirà a gennaio ma abbiamo dovuto interrompere diverse volte per le persone che venivano a bussare per chiedere consiglio o aiuto per i figli ammalati. E pensare che da giovane volevo fare l’infermiera, beh oggi mi sarebbe tornato molto utile!

Una bellissima signora, Mme Germain, è passata per dirci che il nipote ha fatto la radiografia al collo, fortunatamente non ha nulla di grave, deve prendersi solo qualche antinfiammatorio ma non ha i soldi per acquistarli.

Mme Vivian è passata per farci vedere le radiografie del figlio, ovviamente le abbiamo detto di andare dal medico.  
Era già andata all’ ospedale, il medico le ha detto che le lastre non erano più leggibili e che doveva rifarle, per un costo di 8000ar, circa 3€. 
Ma il fatto che le lastre non fossero più leggibili ci ha insospettito, così con domande su domande, chiacchera e chiacchera abbiamo compreso che il medico le aveva detto di tornare con i soldi, le lastre fatte e la ricevuta di queste e che non doveva passare alla cassa dell’ospedale che avrebbe fatto tutto lui. 
Ovviamente le abbiamo detto di lasciar perdere e di andare dal medico che le ha prescritto le lastre per avere l’esito dell’esame.  Abbiamo anche approfittato di farle comprendere che probabilmente stava per cadere in un tranello speculativo!

Il padre di Toloja è andato a fare un controllo medico, come gli avevamo consigliato. Gli sono state prescritte delle medicine, dalle quali ho dedotto che dovrebbe avere una forma asmatica. 
È tornato all’ospedale per il controllo, dopo una settimana dalla prima visita,  e gli hanno cambiato medicine perché quelle prescritte lo facevano tossire troppo. Dopo aver preso le nuove medicine per un giorno e mezzo ha compreso che il suo corpo non le sopportava, così è passato da noi per chiederci che cosa avrebbe dovuto fare.  
Abbiamo deciso che Rivo andasse con lui, spacciandosi per il figlio, visto che il signore ha detto al medico che delle visite e delle medicine se ne prendeva carico il figlio. E qui è stato lungimirante  perché se avessero saputo che c’è un’associazione dietro probabilmente ne avrebbero approfittato.

Dopo questi incontri mi era preso un po’ di sconforto, questa gente oltre ad essere povera, spesso mi sembra anche indifesa, soprattutto quando si tratta della salute.

Spero che il nuovo progetto, che non ha niente a che vedere con la sanità, possa sollevare enormemente questa gente dalla povertà e che con la formazione che daremo, che può essere un modo per aprire la mente, e con la nostra vicinanza possano arrivare a comprendere e pretendere quello che è un loro diritto.

Mi scuserete se a volte scrivo delle banalità, perché anche da noi in Italia ci sono molte cose che non funzionano… ma ora mi trovo qui…

Sandra

  

Questa voce è stata pubblicata in Diario e contrassegnata con , . Contrassegna il permalink.