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Relazione dell'Equipe locale e del volontario internazionale GdS |
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Le case:
Le case sono costruite su fondamenta di pietra, con muratura in mattoni di terra essiccata al sole e il tetto è in lamiera. Dimensioni e materiali sono in conformità allo standard locale. La mobilia in legno, di ciascuna casa, è composta da un letto, un piccolo scaffale, un tavolo, e una panca.
Dopo varie valutazioni si è optato per la costruzione di 3 case gemelle. Questo ci è sembrato più conveniente per le seguenti ragioni:
- Per conformarci al sistema di costruzione del quartiere dove sorgono le case.
- Per un maggiore sfruttamento dei terreni...in un paese come il Rwanda, dove esiste un forte problema di sovrappopolazione, non ci è sembrato giusto “sprecare” spazio, con il facile rischio di creare invidie nel vicinato.
- Le case adiacenti ma non comunicanti garantiscono un buon grado di autonomia e allo stesso tempo aiutano i ragazzi a non sentirsi troppo soli; dobbiamo ricordarci infatti che fino ad oggi i ragazzi, benché non abbiano alcun membro della famiglia, hanno sempre vissuto in contesti di gruppo quali: orfanotrofi, centri di recupero, o organizzati in bande.
- In due la coltivazione del terreno risulterà più facile e questo aiuterà a mantenere vivo lo spirito di collaborazione.
- Nel caso ci fossero ulteriori finanziamenti futuri potremmo, col sistema delle case gemelle, avere a disposizioni più spazio per aiutare un maggior numero di beneficiari.
Una delle tre case è più grande delle altre per accogliere assieme tre ragazzi. Nel periodo di ambientazione, per seguire meglio i ragazzi, sarà presente anche l’operatore.
Ogni casa gemelle dispone di una doccia e toilette esterna e le tre case condividono la stessa cucina. Pensiamo che la cucina in comune favorisca la socializzazione soprattutto nel momento della preparazione e condivisione del pasto. |
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I beneficiari attualmente coinvolti:
L’operatore si è stabilito per primo nella casa il 20/04/2010 e 10 giorni più tardi lo hanno seguito i primi tre ragazzi coinvolti in questa fase.
I tre ragazzi hanno storia di vita in comune; abbandonati o persi dai genitori nei campi profughi in Congo, hanno sempre vissuto fra la strada e diversi centri di accoglienza o orfanotrofi; ad oggi, non sanno se i membri delle loro famiglia sono in vita oppure no
- Mugabo Jean Paul:
18 anni, è vissuto in 10 centri differenti e per brevi periodi sulla strada. Oggi, dopo una formazione di circa 6 mesi, è stato assunto come cuoco in uno degli hotel in città.
- Abijuru Jean de la Croix:
18 anni, ha vissuto per la strada fino a 13 anni, per poi essere accolto al centro di reintegrazione per ragazzi di strada della Caritas. Abijuro è stato sostenuto per tre anni dalla scuola secondaria dal Granello di Senape ma, visti i scarsi risultati, ha deciso di apprendere un lavoro aderendo al programma di formazione professionale del Granello di Senape.
Oggi è lui a gestire il forno di una della più rinomate panetterie della città.
Abijuro è l’unico del gruppo che conosce l’esistenza di un fratello più giovane, che attualmente è ospitato in un orfanotrofio. Il sogno di questo ragazzo è quello di poter condividere lo stesso tetto col fratello.
- Uwizeyimana Emmanuel:
21 anni, ha passato gli ultimi 7 al centro della Caritas. È un ragazzo molto chiuso, ha pochissimi ricordi della sua infanzia che non riesce a condividere con gli altri.
Emmanuel ha studiato fino alla quarta elementare e vuole fare il muratore. Dall’inizio ha partecipato ai lavori di costruzione delle case del progetto.
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Gli operai stanno preparando il terreno sul quale verrà costruita la prima casa |
La posa della prima pietra 19/02/2010 |
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Uno dei ragazzi costruisce la casa che lo ospiterà |
I lavori proseguono. 1-3-2010 |
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15/03/2010 l’inizio delle seconda casa |
La situazione attuale |
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Il gruppo dei ragazzi senza traccia familiare: la prima persona in piedi sulla sinistra é Evarist, l’operatore che resta in permanenza con i Ragazzi. |
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